Il rischio biologico deriva dall’esposizione del lavoratore ad agenti o sostanze, di origine biologica, potenzialmente dannosi per la salute.
Rischio generico: presente in qualsiasi ambiente di lavoro (es. virus dell’influenza) o caratterizzata da emissione involontaria
(es. impianto condizionamento, emissioni di polveri organiche, etc.)
Rischio Specifico: legato a una particolare attività lavorativa, es, quello dei laboratori biologici a sua volta può essere Intenzionale (agente biologico oggetto di studio) o Potenziale (microrganismi presenti come effetto collaterale legato all’attività, es. nei laboratori di anatomia patologica) presente soprattutto laddove la ricerca necessita di elementi viventi per testare nuovi processi produttivi, sostanze o materiali.
Il D. Lgs. 81/08 tratta questo tipo di rischio nel titolo X, dando alcune definizioni:
Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare o endoparassita umano, in grado di provocare infezioni, allergie o intossicazioni (batteri, funghi, parassiti, virus)
Microrganismo: entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
MOGM: microrganismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo che non avviene in natura
Coltura cellulare: risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari
Livello di contenimento/classe di rischio: insieme di caratteristiche strutturali, presenza di apparecchiature e procedure che consentono di manipolare gli agenti biologici in sicurezza per l’operatore e per la comunità.
Opuscoli, manuali e linee guida